Nato nel 1933 a Salassa, nel Canavese, dove ha trascorso la sua infanzia e gran parte dell’adolescenza, Roberto Luciano Tàpparo ha poi vissuto prima nel Monregalese e poi – la maggior parte della vita – a Milano, città tanto amata e vissuta, dov’è morto nel 2015. Poeta assiduo ma schivo, la sua opera, che ha avuto fin da principio il consenso critico di Gianfranco Contini, ha poi incontrato alcune voci critiche (da Franco Loi a Giovanni Orelli) che l’hanno accompagnata con convinta adesione. I suoi titoli principali vanno, con tempi pausatissimi, dall’esordio Finché c’è il merlo (Milano, All’insegna del pesce d’oro, di Vanni Scheiwiller, 1991), a L’eva d’òr (2001) a Strade secondarie (2008) a L’altrove della poesia (2014), senza contare la fedeltà a Rimbaud tradotto nel volume delle 29 Poesie (1996).