
Antonio Fogazzaro, Felicitas Buchner e Il Cristianesimo Sociale
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Nella vicenda di Antonio Fogazzaro, che ben può dirsi singolare e ineguagliabile, un ruolo rilevante assunse l’incontro con Felicitas Buchner, per il contributo di valori, di temi e di ripensamenti che la donna fornì allo scrittore vicentino, il quale poté meglio chiarire, in seguito, i principali dettati della sua religiosità – anche in senso modernistico – e riproporre l’impegno intellettuale come un impegno di vita, all’insegna delle virtù evangeliche e di una morale che nelle alte e schiette idealità del Cristianesimo aveva scorto l’unica via di liberazione, di autentica dignità e di definitivo riscatto. Il loro incontro, dunque, fu per entrambi un’opportunità di reciproca maturazione, incentrata sull’idea che la natura e la vitalità del Cristianesimo fossero non soltanto nei suoi territori speculativi o contemplativi, peraltro ben forniti dalla lunga e solida tradizione del Cattolicesimo, ma anche – e forse più – nel suo richiamo alla militanza verso i poveri e gli emarginati, nel suo attivismo civico – a beneficio anzitutto dei deboli e degli esclusi – e nella sua concreta ventura nel “bene” e nel “giusto”, secondo una linea di passioni e di certezze che Fogazzaro lasciava regolarmente transitare dalle opere di letteratura (romanzi, racconti, poesie, saggi critici) ai comportamenti ordinari dell’esistenza, e viceversa, fino al rischio – come in effetti accadde – di fraintendimenti e censure. Questo libro tenta di ricostruire i contenuti di quella complessa vicenda e di far luce sugli aspetti che ne scaturirono: sulle dinamiche, cioè, che impressero alla personalità dello scrittore i tratti con cui si è consegnato alle opere della maturità, e alla fisionomia della Buchner le ragioni che ne fecero una delle esponenti più sollecite del Cattolicesimo illuminato, proponendo anche un cospicuo numero di lettere inedite che, dalla prospettiva del discorso diretto e privato, concorre a rendere di sicuro più interessante lo studio di quei medesimi aspetti, rimasti finora generalmente in ombra o ai margini nelle ricognizioni su Fogazzaro e sulla cultura della sua generazione.