Lettere a Natalia de Goloubeff
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Immaginifico, suadente ed inimitabile, ma anche riflessivo, meditativo, incline alla malinconia: il D’Annunzio delle lettere a Natalia de Goloubeff, la donna che gli fu vicino nell’ultimo periodo di permanenza alla Capponcina e negli anni dell’esilio ad Arcachon. Date per disperse e da poco tornate alla luce, costituiscono la cronaca di uno dei periodi pi importanti e meno documentati della sua vita. Preziose per ricostruire le tappe della liaison amorosa, le lettere ci trasmettono notizie essenziali sulla produzione dannunziana di quegli anni (Fedra, Forse che si forse che no, gli scritti del periodo francese), sui progetti letterari e teatrali e le collaborazioni con gli impresari di scena, attori e musicisti: tra le tante personalit, Puccini, Pizzetti, Mascagni, Reinhardt, Debussyl, Astruc, Diaghilev, Ida Rubinstein. I documenti disegnano così l’immagine del poeta dietro le quinte, che non risparmia giudizi sferzati sul teatro parigino, visto come una bassa cucina teatraIe e un’ignobile casa di prostituzione. In controluce affiora il ritratto umorale dell’epistolografo oppresso dal peso del lavoro e disilluso dal progressivo deterioramento del rapporto con Natalia. Il trionfo di quella cifra della malinconia costante nell’opera dannunziana in quanto connaturata nell’indole stessa dell’uomo e della vita.