I ragazzi e le ragazze del ’43

Per molto tempo abbiamo studiato la Storia con il volto dei soli uomini, militari o partigiani. Degli altri protagonisti non c’era traccia o vi si accennava appena distrattamente, senza ricordarne nomi, volti e storie. Siamo vissuti per molto tempo come chi riteneva che “la guerra non ha volto di donna”. Invece la guerra aveva eccome un volto di donna, e di donna aveva la voce. La guerra ha anche il volto di bambini e bambine, di quei tanti ragazzi e ragazze che a Lanciano dicevano “Okay”.
“Non sono molte le storie raccolte e pervenute a noi in una bottiglia trasportata nei flutti del mare della Memoria cittadina e della Storia. La bottiglia ha galleggiato per ottant’anni sino a raggiungere la terraferma. Aprendo la bottiglia ci sono pervenute storie che tramandano la sofferenza, l’ansia, l’orgoglio, il dolore, l’incoscienza e il coraggio di quei ragazzi e ragazze del 1943, testimoni, protagonisti e protagoniste nella terra frentana di fatti così singolari e tragici che li resero maturi prima del tempo. Molti di loro, i più piccoli senza conoscere un’infanzia spensierata; i più grandi combattendo e resistendo: nelle strade di Lanciano, dietro una finestra, in una grotta, sotto il ponte, sotto il cielo, nelle campagne, sotto il fragore delle bombe. Ogni racconto ci parla della loro Resistenza […] e ci invita a coglierne il significato più profondo… come radice feconda della storia di noi stessi”.