La bolla di sapone

“Sto provando una felicità così grande, così tangibile, che potrei tagliarla con un coltello e chiuderne una metà in un cassetto come scorta per i tempi bui”.

Laura, vivendo nella sua bolla di sapone, in cui si è abbandonata in modo irrazionale, non coglie o non vuole vedere i lati oscuri di Giorgio che delinea subito la sua personalità narcisistica quando, alludendo alla sua ex moglie, si chiede come possa essersi innamorata di un uomo assolutamente ‘ordinario’. Prigioniera della sua bolla di sapone, la protagonista consuma l’incertezza del tradimento aggrappandosi all’azione salvifica del ricordo che non riesce comunque a sciogliere grumi di dolore troppo consistenti. Sarà Giorgio a cercare di scalfire le resistenze di Laura senza rendersi conto che il suo capovolgere le regole del gioco, mistificando la logica dei discorsi, altro non è che il rinchiudersi a sua volta nella sua bolla di sapone fragile e adamantina.

[dalla Prefazione di Annamaria Fusco]