L’universo immaginario di Alberto Moravia: secondo paradigma
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Anche in queste pagine, come nel precedente paradigma, allargando la prospettiva sono state esaminate forme figure e fantasmi. Sovrapponendo frasi ricorrenti e immagini, ripetizioni, associazioni, similitudini e metafore, relazioni consce e involontarie – sempre sovrabbondanti – sono emersi nessi strutturali. Le interpretazioni sono dedicate, ora, alla Mascherata (e a satira, maschera, cospirazione, scetticismo, snobismo e dandismo), e al Disprezzo, alle tre sceneggiature dell’Odissea da redigere, al “demone meridiano” dal quale Riccardo Molteni è colpito, e al mito del Mediterraneo dal quale è affascinato. Nel volume, inoltre, sono dispiegati spazi paesaggistici, sensazioni e percezioni e alcune cellule tematiche (alba, crepuscolo, tramonto, notte, stagioni, lacrime, strade, fiume, mare, pioggia, isola, parchi, giardini, alberi e fiori), sono rilevate numerose prospettive intertestuali di classici antichi (Tacito, Plutarco, Strabone ed Erodoto) e incursioni di filologia storica sull’episodio dantesco di Buonconte da Montefeltro, sulla ‘funzione’ Stendhal, sulla riscrittura di Femmes damnées di Baudelaire, su una lirica di Mallarmé e su Rimbaud, su Apollinaire e su alcune Vies imaginaires di Marcel Schwob, che confermano la logica della somiglianza e il sistema memoriale nel mondo immaginario di Moravia. La costruzione del paradigma, naturalmente, ha bisogno ancora di letture, indagini e riflessioni, tra cui lo studio delle forme narrative, le quali, nel modificarsi impercettibile lasciano inalterata la poetica dell’intellettuale cosmopolita e individualista, e confermano, nella variazione, la continuità prodigiosa di un universo immaginario fondato sullo stile analogico e metaforico.