Maledetti
€16,00
Pianosangro, Aspromonte, primi anni ’50. Don Mico, a capo di una potente famiglia criminale, tiene a battesimo Michele, giovane contadino che nell’affiliazione all’onorata società intravede la via del proprio riscatto. La Seconda Guerra Mondiale ha accresciuto l’antica miseria, nella quale attecchiscono i germi della ribellione: due giovani, tra cui Luca, fratello di Michele, lottano per difendere i contadini dalle angherie dei latifondisti. Le lotte contadine, per il popolo, sono l’occasione per affrancarsi dallo status di coloni e per ridare un ruolo sociale agli emarginati e ai reduci di guerra. Al romanzo fanno da sfondo alcuni avvenimenti che caratterizzano la storia della Calabria del secondo dopoguerra (le rivolte contadine, l’alluvione del 1951, la seconda grande ondata migratoria per le Americhe), periodo in cui l’onorata comincia a trasformarsi in un’organizzazione criminale moderna, che realizzerà grandi opere pubbliche e condizionerà la struttura democratica delle istituzioni locali. Le vicende narrate hanno radici negli anni dell’Unità d’Italia, “il grande imbroglio” dal quale sono scaturiti il brigantaggio e la riaffermazione della classe latifondista, che si ricicla nelle nuove forme di potere del sistema democratico e repubblicano del Paese. Protagonista del romanzo è Nina, moglie di Michele. Silenziosa e sottomessa, la donna, a conoscenza degli affari criminali della ’ndrina di Pianosangro e degli efferati delitti del marito, matura lentamente il rimorso e trova la forza di ribellarsi, scardinando un’intera “famiglia” criminale. Reietta da tutti, si chiude nel suo dolore, mentre il suo nome diviene sinonimo di scandalo e disonore agli occhi di un mondo che non riesce e che, forse, non vuole cambiare.