Usi natalizi, nuziali e funebri del popolo siciliano
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Il libro che andiamo a riproporre al pubblico in chiave sociologica e letteraria, Usi natalizi, nuziali e funebri del popolo siciliano, dato alle stampe nel 1879 a Palermo per i tipi Pedone-Lauriel, corredato di un accurato apparato di note filologico e linguistico, è un assaggio di quel contenitore esaustivo di informazioni, tradizioni e cultura popolare siciliane, che è la principale e più completa opera di Pitré, la Biblioteca delle tradizioni popolari, pubblicata in ben venticinque tomi tra il 1871 e il 1913.
Questo libretto, di cui esistono solo edizioni digitali, e un’unica ristampa all’interno di quella nazionale delle opere complete, avvenuta fra il 1940 e il 1950, curata in prima battuta da Giovanni Gentile, è stato spunto per numerose novelle capuaniane e verghiane, come numerosi sono i riferimenti a termini e argomenti afferenti ai campi semantici della religione, delle usanze matrimoniali, della nascita, della morte e persino della ‘mafia’, parola la cui declinazione è cambiata nel tempo a causa del mutamento del significato storico.
I preziosi richiami intertestuali fra l’opera e gli scrittori veristi, in particolare le novelle ‘rusticane’ di Verga e le Fiabe del Capuana, nonché i recuperi che ne faranno Sciascia e Calvino, lo rendono un prezioso spaccato del demos e dell’ethos siciliani.
a cura di Maria Lucia Zito