Briganti e brigantesse abruzzesi
€13,50
Nell’immaginario inglese di metà Ottocento, l’Abruzzo rappresenta l’emblema del pittoresco romantico, uno spazio cioè capace di evocare sensazioni forti e passioni travolgenti. Sullo sfondo di una natura incontaminata e impervia, la regione è vista come sede di una umanità spontanea e primitiva, costituita quasi esclusivamente da pastori e briganti. Ed è in particolare il mito del brigantaggio – a torto o a ragione – a suggestionare la fantasia degli inglesi (come dimostrano anche i resoconti dei viaggiatori che si avventurano nelle “terre incognite” dell’Abruzzo). I due testi che sono raccolti in questo volume – per la prima volta in traduzione italiana – ben incarnano tali stereotipi e li declinano in chiave apertamente drammatica. Il primo di essi – The Queen of the Abruzzi (La regina degli Abruzzi) – si deve alla penna di Joseph Stirling Coyne (1803-1868), e venne messo in scena a Londra la sera dell’8 giugno 1846. Il secondo – Francesca Doria: or, the bandit of the Abruzzi (Francesca Doria, o il bandito degli Abruzzi) – è un libretto d’opera scritto da Val Morris e musicato da George Linley (1798-1865), e venne rappresentata per la prima volta sempre a Londra il 3 marzo 1849. In entrambi i casi, siamo, dunque, di fronte all’immagine di un Abruzzo “esotico” che affascina la sensibilità delle classi colte europee.