Il baule del grande attore – Letteratura e teatro nell’Italia del Risorgimento
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I saggi, custoditi nel “baule”, puntualizzano numerosi aspetti del complesso panorama teatrale italiano dell’Età risorgimentale e sono caratterizzati da una decisa impronta interdisciplinare che fa luce sull’apporto offerto alla cultura coeva dai protagonisti della scena: autori e Grand’attori. Questi si misuravano con la mancanza di sovvenzioni e di opere teatrali nuove, soprattutto in relazione alla tragedia, genere perseguitato dalla censura. L’attenzione critica nei riguardi della testualità drammatica di prove capitali come la Francesca da Rimini (1815) di Silvio Pellico focalizza sulle istanze estetiche del Classicismo che si trova a fronteggiare la ventata di gusto romantico, gli intrighi da romanzo e la sete di patria libertà. Si alza così il sipario su una tragedia “nuova”, ove i personaggi danteschi sono “moderni”, borghesi, unitaristi e così, rinnovati e battaglieri, campeggeranno sulle scene mondiali del XIX secolo. In explicit, le 47 lettere inedite di Carlotta Marchionni (prima interprete della Francesca nel palcoscenico rivoluzionario) all’allieva Adelaide Ristori (1850-’61) configurano «Un’operazione culturale […] che riconcilia con una pubblicistica teatrale spesso improvvisata e dedicata a tematiche marginali» (Giovanni Antonucci).