Mezzogiorni d’Europa
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L’esperienza del modello Abruzzo poco può confortare una rilettura del mancato sviluppo del Mezzogiorno del nostro Paese con la riproposizione della denuncia della mera inadeguatezza delle sue classi dirigenti. Le spiegazioni delle dinamiche economiche abruzzesi sostenute nel volume sembrano non avvalorare neppure la tesi che tale mancato sviluppo sia da ricondurre all’errore di aver condannato il Sud ad inseguire il livello di reddito del Nord, o a importare modelli estranei alla sua cultura e alle sue tradizioni. Entrambi questi punti di vista colgono verità ineccepibili. Ma il modello Abruzzo sollecita a mettere maggiormente in primo piano almeno quelle che sono le rilevanti e irreversibili interazioni che si stabiliscono in questo contesto con i nuovi equilibri geopolitici ed economici europei e mediterranei. La raccolta di scritti proposta vuole contribuire a “conoscere per deliberare”, come invocava Luigi Einaudi, posto che ormai la gravità della crisi in atto impone il coraggio delle scelte e dell’agire. Si deve partire, però, dalla consapevolezza che gli emergenti “Mezzogiorni” d’Europa possono condividere la via attuale dello sviluppo non con il ritorno al passato, ma assumendo la coesione della comunità dei cittadini europei come il fattore strategico più energico per affermare una nuova e signifi cativa stagione di crescita e di progresso. Tale prospettiva sarebbe una decisa accelerazione verso la grande sfi da per le future generazioni della costruzione degli Stati Uniti d’Europa.